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Gestire prodotti esauriti o fuori produzione in e-commerce: best practice SEO & Ads

In un eCommerce è inevitabile che alcuni prodotti diventino temporaneamente esauriti (out of stock) o vadano definitivamente fuori produzione. La gestione efficace di queste situazioni è fondamentale per diversi motivi: da un lato l’esperienza utente – un cliente che trova un prodotto non disponibile potrebbe frustrarsi e abbandonare il sito – dall’altro l’impatto su SEO e campagne pubblicitarie. Pagine prodotto non disponibili possono perdere posizionamento organico se non gestite correttamente e, sul fronte advertising, inserzioni che promuovono articoli esauriti sprecano budget e possono influire negativamente sulle performance.

In questo articolo esaminiamo come gestire al meglio i prodotti esauriti o dismessi, sia in ottica organica (SEO) che di advertising. Ci concentreremo sulle piattaforme Google (Ads e Organico) e Meta Ads, verificando le linee guida ufficiali (Google Merchant Center, Meta Commerce Manager) e integrando eventuali aggiornamenti recenti. L’obiettivo è fornire un mix di best practice operative, insight strategici ed esempi concreti per ottimizzare sia la visibilità organica che le campagne paid in presenza di prodotti non disponibili.

Impatto SEO: mantenere visibilità senza frustrare gli utenti

Dal punto di vista SEO, la gestione di una pagina prodotto esaurito richiede un equilibrio tra mantenere la pagina indicizzata (soprattutto se tornerà disponibile o ha valore storico) e offrire una buona esperienza a chi la visita: se la pagina prodotto contiene informazioni utili (descrizioni dettagliate, specifiche, recensioni) ed eventualmente suggerimenti di articoli alternativi, può continuare a posizionarsi perché resta pertinente per certe ricerche . Vediamo quindi come gestire le due situazioni principali.

Prodotti temporaneamente esauriti (out of stock)

Se un prodotto tornerà presto disponibile (ad esempio è un riassortimento in arrivo o un articolo stagionale), mantenere la pagina online è quasi sempre la scelta migliore. Rimuovere o deindicizzare l’URL farebbe perdere il posizionamento guadagnato e richiederebbe tempo per recuperarlo quando il prodotto sarà di nuovo in stock. Diverse best practice possono mitigare l’impatto negativo sia per gli utenti che per Google:

  1. Mantieni la pagina attiva e indicizzata: non eliminarla né impostarla come 404/410. Come afferma un principio SEO consolidato, “don’t remove the page if the product will be back soon” . Lasciare la pagina accessibile preserva l’autorità accumulata (traffico organico, backlink, ecc.) in vista del ritorno in stock.
  2. Comunica chiaramente lo stato: indica ben visibile che l’articolo è “Esaurito” o “Non disponibile”, rimuovendo o disattivando il pulsante “Aggiungi al carrello” per evitare frustrazione. Ad esempio, siti come ASOS mostrano l’etichetta “Out of stock” sulla pagina prodotto e disabilitano le opzioni d’acquisto, rendendo chiaro al cliente che al momento non può comprarlo. Questa trasparenza è fondamentale per l’UX.
  3. Offri alternative o soluzioni: non lasciare l’utente in un vicolo cieco. Inserisci nella pagina prodotti correlati disponibili (“Potrebbero interessarti anche…”) o un suggerimento di categoria affine dove l’utente può trovare articoli simili. In più, se possibile, implementa la funzione “Avvisami quando torna disponibile” tramite email o notifiche: in questo modo non solo migliori l’esperienza utente, ma puoi recuperare vendite appena l’articolo rientra in stock.
  4. Structured data e snippet: aggiorna i dati strutturati (schema.org Product) indicando l’availability come OutOfStock. Ciò segnala a Google lo stato effettivo del prodotto . Nota che Google potrebbe mostrare nei rich snippet la dicitura “Esaurito” se rileva questa informazione, il che potrebbe ridurre il tasso di click dal risultato organico (CTR). È preferibile essere trasparenti: meglio un click in meno che un rimbalzo in più da un utente deluso. Inoltre, i dati strutturati corretti permettono a Google di gestire meglio la pagina (es. tramite il feed di Merchant Center, vedi oltre).
  5. Ottimizza la navigazione interna: se il tuo sito elenca i prodotti in categoria o nei risultati di ricerca interni, considera di de-enfatizzare quelli esauriti (ad esempio spostandoli in fondo alla lista o segnalandoli come non disponibili). Così eviti che l’utente sfogli pagine di prodotti non acquistabili. Allo stesso tempo, mantieni i link interni alla pagina prodotto dove ha senso (non rimuoverli ovunque), in modo che Google possa ancora raggiungerla: una tecnica vista a volte è togliere il link dalla categoria per utenti, ma lasciarlo in una sitemap XML per Google, oppure aggiungere un meta robots noindex temporaneo.

Prodotti definitivamente fuori produzione (discontinued)

Un caso diverso è quando un prodotto non tornerà più disponibile: ad esempio, un modello superato da una nuova versione, oppure un articolo stagionale che non verrà riproposto, o ancora prodotti che l’azienda ha deciso di eliminare dal catalogo. Queste pagine “morte” vanno gestite per evitare sia un pessimo UX (nessuno vuole atterrare su un prodotto che non potrà mai comprare) sia per conservare il valore SEO accumulato dalla pagina, se rilevante.

Le opzioni principali in questo scenario sono due: reindirizzare (redirect 301) verso una pagina pertinente oppure mantenere la pagina online con opportuni accorgimenti, almeno per un certo periodo. Vediamole in dettaglio:

  1. Redirect 301 verso alternative pertinenti: Questa è spesso la soluzione consigliata se esiste un’alternativa chiara. Ad esempio, se il Prodotto A è fuori produzione ma sul mercato c’è il Prodotto B che lo sostituisce (una nuova versione o modello successivo), conviene eseguire un redirect 301 da A a B. In questo modo, chi cerca o trova la pagina del prodotto A verrà indirizzato al prodotto B, migliorando la probabilità di conversione e trasferendo gradualmente parte del ranking SEO di A a B (il 301 indica a Google che B è l’equivalente aggiornato). Se non c’è un singolo prodotto sostitutivo, si può reindirizzare verso la categoria più rilevante o una pagina di risultati per prodotti simili. Ad esempio, un eCommerce di moda potrebbe reindirizzare la pagina di una scarpa fuori produzione alla categoria “Scarpe simili” o a un modello successivo dello stesso brand. Evitare redirect generici (es. alla homepage) poiché offrono un’esperienza confusa e sono sconsigliati da Google. Meglio un redirect verso qualcosa di il più possibile attinente agli intenti di chi cercava quel prodotto.
  2. Mantenere la pagina attiva con messaggio di discontinuazione: In alcuni casi, soprattutto se la pagina aveva un buon posizionamento o preziosi backlink, si può considerare di non eliminarla immediatamente, ma di trasformarla in una sorta di risorsa informativa. Ad esempio, la pagina potrebbe indicare: “Questo prodotto non è più disponibile” (magari con un piccolo storico del prodotto o motivazione: “è stato sostituito dal modello X”) e presentare suggerimenti di prodotti alternativi. In pratica diventa una landing page che dirotta il traffico verso articoli correnti. Questa strategia viene usata da grandi siti: ad esempio, Amazon spesso lascia online le pagine di prodotti esauriti da tempo, mostrando “Attualmente non disponibile” e proponendo altri articoli correlati. Ciò mantiene attiva la pagina per intercettare ricerche (soprattutto se conteneva informazioni uniche come recensioni, dettagli tecnici utili per chi cerca quel modello) e al contempo ridirige l’utente verso altre parti del sito. Bisogna però valutare caso per caso: se la pagina in questione non ha traffico né ranking, tenerla online potrebbe essere inutile e si può optare per un 404/410 definitivo. Se invece genera ancora visite per chi cerca quel prodotto specifico, può valere la pena lasciarla e sfruttarla per portare l’utente su prodotti disponibili. In ogni caso, aggiorna i dati strutturati indicando magari l’availability “OutOfStock” o “Discontinued” (schema.org prevede anche ItemAvailability=Discontinued), e rimuovi l’opzione di acquisto. Anche qui, fornire contenuti utili aggiuntivi (es. “Scopri l’ultimo modello successore di questo prodotto”) può fare la differenza tra una pagina considerata da Google un soft 404 e una pagina ritenuta ancora rilevante.
  3. Rimuovere la pagina (404/410): Se il prodotto dismesso non aveva un posizionamento significativo e nessuna valida alternativa da proporre, la soluzione più semplice è eliminare la pagina. Un codice 404 o 410 (“Gone”) indicherà a Google che l’URL non è più valido. Questo è accettabile se davvero non c’è più utilità nel mantenere la pagina. Assicurati di aggiornare o rimuovere i link interni che puntavano a quella pagina (nessuno vuole navigare verso un 404) e di toglierla dal file sitemap.xml. Google rimuoverà gradualmente l’URL dall’indice. Tieni presente che un improvviso aumento di 404 non è di per sé penalizzante (Google capisce che è naturale per un eCommerce avere prodotti che spariscono), ma ogni 404 è un’opportunità persa di indirizzare l’utente verso qualcosa di ancora utile. Quindi valuta sempre se un redirect può servire meglio l’utente prima di optare per il 404 definitivo.

Gestione nelle piattaforme pubblicitarie (Google Ads & Meta Ads)

Oltre alla sfera organica, è fondamentale gestire i prodotti esauriti anche nelle campagne a pagamento. Nelle piattaforme pubblicitarie, specialmente Google Shopping/Ads e Meta (Facebook/Instagram) Ads, l’erogazione delle inserzioni prodotto è strettamente legata ai feed di dati che indicano disponibilità e altri dettagli. Di seguito analizziamo come funzionano queste piattaforme rispetto ai prodotti out of stock e quali accorgimenti prendere.

Google: Merchant Center, Shopping e Search Ads

Google Ads utilizza i dati di Google Merchant Center (GMC) per le campagne Shopping (sia a pagamento che schede prodotto gratuite su Google). Uno dei campi fondamentali del feed è availability (disponibilità), che accetta valori come in stock, out of stock, preorder, backorder. È cruciale assicurarsi che questo campo sia sempre aggiornato per ciascun prodotto.
Secondo le linee guida di Google, se un prodotto è indicato come out of stock nel feed, non verrà mostrato negli annunci Shopping né nelle schede prodotto gratuite . In pratica, Google Shopping sospende automaticamente la pubblicazione di annunci per articoli non disponibili, evitando che gli utenti facciano clic su prodotti che poi non possono acquistare. Questo comportamento è confermato anche dal Centro assistenza: prodotti esauriti non dovrebbero ricevere traffico da Shopping . (Nota: le schede prodotto gratuite – ovvero la visibilità organica su Google Shopping – in alcuni casi potrebbero ancora mostrare l’articolo esaurito, contrassegnato come tale . Ciò serve a dare all’utente un panorama completo dell’offerta, ma l’articolo verrà comunque segnalato come non disponibile e non cliccabile per l’acquisto immediato).

Best practice operative su Google:

  1. Aggiorna tempestivamente il feed: utilizza aggiornamenti frequenti o in tempo reale (via Content API o feed schedulati più volte al giorno) affinché lo stato out of stock venga recepito il prima possibile su Google. Un ritardo di 24 ore nell’aggiornare il feed potrebbe significare che un prodotto esaurito continua a essere pubblicizzato per un giorno intero. Google offre la funzione di Aggiornamenti automatici degli articoli che, se attivata, permette a Merchant Center di crawling il tuo sito e aggiornare autonomamente prezzo e disponibilità in base a ciò che trova sulla pagina prodotto . Ad esempio, se il tuo sito mostra “esaurito” e il feed non è ancora aggiornato, Google può rilevarlo e marcare provvisoriamente il prodotto come out of stock, prevenendo clic indesiderati. Assicurati di aver inserito correttamente markup schema.org sul tuo sito (availability, price ecc.) se vuoi sfruttare questa funzione.
  2. Coerenza tra sito e feed: mai lasciare discrepanze. Se un prodotto è esaurito sul sito ma nel feed risulta ancora disponibile, Google lo vedrà come errore di dati e disapproverà l’articolo. Un mismatch di disponibilità infatti causa la disapprovazione del prodotto in Merchant Center e può portare a problemi sull’account . Allo stesso modo, se segni un prodotto come out of stock nel feed ma sul sito risulta acquistabile, rischi di pagare clic per utenti che pensano sia non disponibile (oltre a confonderli). Allinea quindi sempre lo stato tra inventario reale, sito e feed.
  3. Esclusione dalle campagne: non basta il feed; assicurati anche nelle campagne che quei prodotti non vengano promossi. Se usi campagne Performance Max o Shopping standard, queste attingono dal feed e automaticamente escluderanno i prodotti out of stock (poiché il feed li segna come tali). Se però hai campagne Search tradizionali (annunci di testo su parole chiave) che puntano a quella pagina prodotto, dovrai gestirle manualmente: ad esempio impostando regole automatiche o script che pausino gli annunci o le keyword relative a un prodotto quando la sua disponibilità diventa 0. Ci sono suite di gestione campagne che integrano i dati di stock per automatizzare questo processo. In alternativa, se le campagne Search sono strutturate per categorie, assicurati di aggiornare gli annunci in modo che non enfatizzino un prodotto specifico non disponibile.
  4. Dynamic Search Ads (DSA): attenzione particolare se utilizzi annunci dinamici della rete di ricerca che mostrano automaticamente annunci in base ai contenuti del sito. I DSA potrebbero generare annunci anche per pagine prodotto esaurite se queste sono ancora indicizzate e linkate. Per fortuna, Google Ads consente di escludere URL o pagine contenenti certe parole. Implementa esclusioni dinamiche: ad esempio, crea una regola di esclusione per tutte le pagine che contengono “esaurito” o “non disponibile” nel contenuto o nell’URL. In questo modo i DSA eviteranno di mandare traffico a pagine non pronte alla conversione
  5. Landing page e Quality Score: ricorda che, anche se Google Ads (nei search ads) non verifica la disponibilità come fa Shopping, l’esperienza utente incide indirettamente sul Quality Score. Se molti utenti cliccano il tuo annuncio e rimbalzano perché il prodotto è esaurito, il QS ne risentirà, aumentando i costi per clic nel tempo. Inoltre, Google ha politiche che vietano pratiche ingannevoli: promuovere attivamente un prodotto che non vendi più potrebbe essere visto come un’esperienza negativa significativa. Dunque, dal punto di vista strategico, è consigliabile non pubblicizzare attivamente prodotti esauriti. Piuttosto, concentra il budget sui prodotti in stock o su campagne generiche che portino a pagine categoria dove l’utente può scegliere articoli disponibili.

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Meta Ads (Facebook/Instagram): Cataloghi prodotti e inserzioni dinamiche

Anche la piattaforma Meta Ads (che copre Facebook, Instagram e Audience Network) gestisce i prodotti tramite un Catalogo con feed dati. I campi chiave sono simili a quelli di Google. In particolare, il campo Disponibilità accetta tipicamente valori in stock o out of stock (oltre a eventuali opzioni come preorder). Le inserzioni dinamiche di Meta (oggi chiamate anche Advantage+ catalog ads o Dynamic Product Ads) utilizzano questi dati per mostrare automaticamente prodotti pertinenti agli utenti (ad esempio quelli visti sul tuo sito, aggiunti al carrello, o prodotti consigliati).

La regola principale su Meta è chiara: gli articoli contrassegnati come “out of stock” nel catalogo non vengono erogati nelle inserzioni. Come confermato dalla documentazione ufficiale, gli articoli non disponibili appaiono come “esauriti” nel tuo shop di Facebook/Instagram, ma non compaiono affatto nelle inserzioni . Questo significa che, se il feed è aggiornato correttamente, non rischi di promuovere accidentalmente un prodotto esaurito tramite campagne dinamiche – il sistema lo esclude in automatico proteggendo sia l’esperienza utente che il tuo budget.

Best practice operative su Meta:

  1. Sincronizzazione inventario in tempo reale: assicurati che la piattaforma del tuo eCommerce invii aggiornamenti al catalogo Meta ogni volta che cambia la disponibilità. Se usi integrazioni come Facebook Commerce Manager collegato al tuo shop (es. tramite Shopify, WooCommerce, Magento, ecc.), verifica che l’opzione di aggiornamento automatico sia attiva e funzionante. In caso di feed manuali, aumenta la frequenza di upload nei periodi critici. L’obiettivo è che appena un prodotto va a stock zero, il feed di Meta venga aggiornato a out of stock. Così le campagne dynamic ads smetteranno di mostrarlo.
  2. Controlli sulle campagne: normalmente, non serve intervenire manualmente sugli annunci dinamici per escludere prodotti esauriti (il sistema lo fa da sé). Tuttavia, è buona norma ricontrollare periodicamente le inserzioni dinamiche (ad esempio usando la sezione Diagnostica del Catalogo in Commerce Manager) per vedere se ci sono segnalazioni di prodotti non disponibili o errori. Se noti che un prodotto esaurito viene ancora mostrato (può succedere in rari casi di delay di sincronizzazione), puoi forzare un aggiornamento o escluderlo manualmente creando delle regole di set di prodotti (ad esempio, un filtro “Disponibilità = in stock” per il set usato nelle ads).
  3. Inserzioni statiche o manuali: se fai campagne non dinamiche su Meta – ad esempio un carosello creato manualmente o un post sponsorizzato – ricordati di aggiornare o sospendere quei contenuti quando il prodotto va esaurito. Le campagne Advantage+ o dinamiche attingono al catalogo, ma un post con tag prodotto creato a mano potrebbe continuare a girare se dimenticato. Monitora quindi anche le inserzioni non automatizzate. Meta non blocca un annuncio esistente che punta a un prodotto esaurito (a differenza delle DPA, un post linkato è “ignorante” rispetto allo stock), quindi sta a te gestirlo. Fortunatamente, grazie al catalogo, puoi anche creare annunci dinamici per retargeting o prospecting che mostrano automaticamente solo prodotti disponibili – sollevandoti da molta della gestione manuale.

Vale la pena notare che principi simili valgono anche su altre piattaforme: ad esempio su Microsoft Ads (Bing) il feed di Merchant Center ha dinamiche simili a Google Shopping; su marketplaces come Amazon non puoi sponsorizzare prodotti out of stock perché Amazon li rende automaticamente non ordinabili; etc. Qui ci concentriamo su Google e Meta in quanto canali principali.

Tabella riassuntiva

Abbiamo visto aspetti SEO e aspetti Paid separatamente, ma nella pratica vanno coordinati. Ecco una tabella riassuntiva con le azioni consigliate per le due principali casistiche di prodotto non disponibile, in ottica SEO + Google Ads + Meta Ads.

Scenario prodottoStrategie SEO (organico)Strategie Paid (Google Ads)Strategie Paid (Meta Ads)
Temporaneamente esaurito– Mantieni online la pagina (no 404/redirect).
– Mostra chiaramente che il prodotto è “Esaurito” e disabilita l’acquisto.
– Offri prodotti alternativi e/o un sistema di notifica per il restock.
– Aggiorna i dati strutturati Product (availability OutOfStock).
– Non rimuovere completamente i link interni (a meno di casi estremi); eventualmente toglilo dalla navigazione principale ma prevedi un percorso per chi cerca quel prodotto.
– Imposta availability = out of stock nel feed Google Merchant (il prodotto non apparirà negli annunci Shopping).
– Pausa le campagne Search o le keyword specifiche legate al prodotto finché è esaurito.
– Escludi l’URL da Dynamic Search Ads (regole per evitare pagine non disponibili).
– Attiva aggiornamenti automatici in Merchant Center per far rilevare a Google lo stock zero rapidamente .
– Assicurati che il feed Catalogo Meta segni il prodotto come out of stock (verrà escluso automaticamente dalle inserzioni dinamiche).
– Verifica che nelle Advantage+ Catalog Ads o retargeting DPA siano esclusi gli esauriti (di default lo sono)
– Pausa o modifica eventuali inserzioni manuali (es. post sponsorizzati) che promuovono proprio quell’articolo.
Fuori produzione (definitivo)– Se esiste un rimpiazzo diretto, applica redirect 301 verso il nuovo prodotto.
– In alternativa, fai 301 verso categoria o prodotto simile più rilevante. – Se il prodotto aveva ranking, valuta di tenere la pagina online con dicitura “Prodotto non più disponibile” e consigli di articoli affini, almeno temporaneamente.
– Rimuovi gradualmente la pagina (404/410) solo se non porta più valore e dopo aver raccolto il traffico residuo verso altre pagine.
– Togli il prodotto dalla navigazione (non listarlo nelle categorie) e dalla sitemap una volta eliminato.
– Rimuovi o escludi il prodotto dal feed Merchant (non ha senso mantenerlo se non verrà mai più venduto). In ogni caso, un prodotto marcato come out of stock permanente non comparirà in Shopping ads .
– Controlla Google Ads: elimina annunci o gruppi d’annuncio dedicati a quel prodotto.
– Aggiorna eventuali feed di local inventory o altri collegati. – Se hai dati storici, puoi usare il prodotto dismesso per creare segmenti di pubblico (es. persone che l’hanno acquistato o visitato) da escludere o includere in campagne per i nuovi prodotti equivalenti.
– Elimina o archivia l’articolo dal Catalogo Meta, così non appare più neanche come “esaurito” nello shop.
– In ogni caso, Meta non lo mostrerà negli ads dinamici (se rimane nel catalogo come out of stock).
– Rimuovi l’eventuale prodotto dai set di prodotti usati nelle campagne (se avevi set filtrati).
– Aggiorna eventuali campagne manuali o collection ads che includevano quel prodotto (sostituiscilo con altri).

La gestione dei prodotti esauriti o fuori produzione richiede attenzione e un approccio coordinato tra team SEO e team marketing. In sintesi, trasparenza verso gli utenti e allineamento dei dati su tutte le piattaforme sono le parole chiave. Dal lato SEO, forniamo la miglior esperienza possibile: nessun utente ama trovare una pagina vuota o senza sbocchi. Dal lato advertising, proteggete il budget evitando di spinger prodotti che non possono vendere, e mantenete alte le metriche di qualità.

Implementando queste best practice – dall’aggiornare i feed di Google e Meta, al sistemare i link interni, fino a sfruttare redirect strategici – il vostro eCommerce potrà trasformare una potenziale criticità (prodotti non disponibili) in un’occasione per guidare gli utenti verso alternative e magari fidelizzarli in attesa che l’articolo torni. Un sito ben curato anche in queste situazioni trasmette professionalità e attenzione al cliente, elementi che pagano nel lungo periodo sia in termini di SEO (Google riconosce un sito di qualità) che di ritorno sull’advertising.

In un mercato eCommerce competitivo, ogni dettaglio conta: far trovare al cliente quello che cerca – o se non altro un valido surrogato – anche quando un prodotto è esaurito, fa la differenza tra perdere una vendita o convertirla altrove. Pianifica quindi una strategia chiara per i prodotti esauriti e allinea gli strumenti (sito, Merchant Center, Facebook Catalog) di conseguenza. Il risultato sarà un’esperienza senza interruzioni e campagne pubblicitarie più efficienti, con beneficio sia per i tuoi utenti che per il tuo ROI.

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